Ukraine

Ukraine / Anonymous

fabio
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La guerra e come la stiamo vedendo

Ci sono tante cose che vengono alla mente guardando le immagini che arrivano dall’Ucraina. Si vede di tutto, si vede quello che non si vorrebbe vedere, scene che fin qui abbiamo visto arrivare da mondi incredibilmente più distanti, più per una questione culturale che di meridiani e paralleli. Palazzi bombardati, tank ammassati sul confine e poi oltre quel confine, città e incroci di strade prima deserti e poi fortificati, rifugi nelle fermate delle metro, molotov preparate nei cortili, civili - di qualsiasi età - armi alla mano. E poi una delle prime testimonianze delle guerra: una persona in bicicletta uccisa da un missile/razzo russo. Abbiamo visto una bambina nascere nella metro, i profughi in fuga ai confini con Polonia e Romania. Abbiamo visto tutte le dichiarazioni dei leader, coinvolti direttamente e indirettamente. Addirittura la telefonata fra un soldato russo prigioniero in Ucraina che telefona ai parenti che non hanno neanche idea che fosse da quelle parti. Tutta la guerra fisica l’abbiamo potuta vedere e assieme a questa tutte le manifestazioni, di solidarietà agli europei ucraini e di protesta dei russi.

Questa è una delle cose che mi fanno più impressione: stiamo assistendo ad una guerra dentro casa - perché l’Ucraina è Europa e l’Europa è casa - con le immagini in presa diretta da dentro ed è incomparabile con l’immagine di guerra che abbiamo - penso alla seconda guerra mondiale - che ci è arrivata da libri e film con opere terribili e magnifiche. Questa narrazione è così vivida e reale che ha il doppio potere di risvegliarmi dalla mia vita normale - o non farmi dormire forse? - e realizzare la pochezza di chi riesce a restarne indifferente continuando a raccontarmi la sua vita con delle stories. Poi mi dico che ognuno reagisce a modo suo, che non si può pensare tutti contemporaneamente alla stessa cosa e lascio perdere l’opinione delle altre persone, ma il realismo del racconto a cui stiamo assistendo è assolutamente nuovo e resta.

Poi c’è la guerra che non si sente e che, nell’immediato, non fa morti e feriti: la guerra finanziaria sintetizzata nel blacklisting di tutti gli intermediari russi da SWIFT e fatta più in generale delle cosiddette sanzioni e la guerra digitale o cyberwar verosimilmente iniziata anni fa con le onde a bassa frequenza delle fake news sui social oltre che di attacchi a strutture strategiche (impianti elettrici, gasdotti, aeroporti, utilities varie, etc.). Come in tutte le guerre ci sono le propagande divise fra l’irresistibile avanzata - immagino in Russia si assista a qualcosa del genere - e la resistenza eroica.

Anche qui c’è una strana novità - quella della foto - ovvero la discesa in campo di una compagine eterogenea, anonima, distribuita, diffusa ovunque (anche in Russia) che si scaglia direttamente contro un solo soggetto, il dittatore, Putin. Sembra un po’ una versione virtualizzata del film di Taratino Inglourious Basterds in cui Brad Pitt guida una squadra ben motivata per organizzare un attentato contro Hitler sul suolo europeo e far finire in maniera diversa la seconda guerra mondiale. È sempre difficile capire cosa sia in grado di fare Anonymous e grande curiosità sul come ci riesce e, infine, con che efficacia, però qualcosa già si vede ed è stato fatto:

La mia opinione

Penso sia tutto irreale e tragico, mi sembra la follia di una singola persona contro il senso, buono o meno, di chiunque altro sull’intero pianeta. Non capisco come noi da qui riusciamo a pensare ad altro, come facciamo ad andare avanti con le nostre vite mentre a tremila kilometri da qui è diventato normale vivere con la borse per scappare nei rifugi o con i fucili in mano pronti a sparare contro l’invasore. Invasore che, nelle persone lì presenti, probabilmente non è neppure così certo di cosa sta facendo. Trovo giusta ogni sanzione emanata contro la Russia soprattutto contro la testa del Paese: Putin, Lavrov ma soprattutto quegli oligarchi che autoalimentano un sistema malato incapace di opporsi a sé stesso e che troppo - per suono - ricordano quei gerarchi che una volta portati a processo dicevano che non sapevano o non potevano fare nulla.

Disclaimer

Come sempre accade in questi casi di notizie che arrivano in real-time non si ha il tempo di verificare tutte le fonti, specie per video e filmati che si trovano sui social: ho fatto il possibile, ma non posso mettere la mano sul fuoco di quello che ho visto e trovato e per non rischiare di alimentare la possibile disinformazione non li ripropongo.