fabio
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Ci sarebbero tantissime cose di cui vorrei parlare in questo periodo ma il carattere del paradosso la spunta sempre su tutti e quindi prenderò in prestito un pochino del vostro tempo per esplorare l’abisso dell’ignoranza di quei nostri connazionali che hanno cercato di comprare un green pass “falso”.

Quest’argomento ha numerosi aspetti interessanti fra cui di sicuro quello giuridico, quello tecnologico, quello culturale e quello morale: ce ne sono sicuramente anche altri – quello giornalistico ad esempio – ma vorrei concentrarmi su questi quattro.

La storia in breve è questa: alcuni no-greenpass/vax hanno dato i propri documenti e un certo ammontare di denaro a gente conosciuta in gruppi telegram per ricevere un greenpass senza vaccinarsi, salvo poi ricevere un messaggio che gli intimava di dare altri soldi per non divulgare alle autorità le loro generalità e intenzioni.

A seguire il pifferaio magico

Si direbbe una truffa in piena regola, anzi una doppia truffa – all’ingresso e all’uscita – fatta però ai danni di persone obiettivamente pericolose per la società, convinte di saperne una più di chiunque altro (dei medici, dei virologi, delle Istituzioni, etc.) così sconfitte dalla vita da individuare minacce, complotti e cospirazioni ovunque, rese disperate da un mondo che sta andando nella direzione della loro paura e conseguentemente obiettivo facilissimo per qualsiasi truffatore in grado di scrivere tre frasi di senso compiuto per disegnare uno scenario verosimile ai loro occhi. Occhi per i quali il verosimile e l’inverosimile (“una dottoressa nostra conoscente vi censirà sui sistemi e risulterete vaccinari”) sono sempre più credibili della realtà. Persone così sprovvedute da non capire che il QR code non serve a far diventare verde uno schermo, ma a verificare un match col db dei vaccinati che in caso positivo fa diventare verde uno schermo. In poche parole analfabeti funzionali senza quegli strumenti necessari per capire come usare un telefono, un computer, un tablet e – ovviamente – internet.

Già me li immagino su telegram – l’applicazione dove qualcuno gli avrà insegnato a scaricare i giornali gratis ogni mattina e che di conseguenza non si permetterebbe mai di tradirli – a fare join sul gruppo che #miocugino (che scrive su #MioCuginoNews) gli ha mandato. La prima domanda sarà stata “va bene postepay?” (anzi “pp”). La seconda “quanto tempo ci vuole?“, la terza “ma è sicuro?“…e sempre lì qualche account con numeri e simboli nel nome a rispondere “qualche giorno_” e “sì, il sistema è rodato, io ce l’ho e anche P3pp369, basta che mandi agli admin i documenti e i soldi“.

E così quel popolo ignorante ma saccente – sempre più binomio perfetto – dei novax e nogreenpass completa il suo tragitto verso il burrone dietro il pifferaio: perché è così, il pifferaio lo si segue per la musica non perché ci si fidi di lui o perché lo si conosca. Il pifferaio propone qualcosa di diverso, che vogliamo, e tu – novax o nogreenpass laureato nelle aule all’aperto dell’università della strada – gli vuoi andare dietro. Lui ti promette la tua massima e suprema soddisfazione: fottere il sistema. Pazienza se qualcuno, di cui sai tutto e ti sa dimostrare ogni cosa, ti dice che non è intelligente quello che pensi, dici e fai: tu senti di dover necessariamente essere diverso, quindi chi ti vuole frenare deve avere torto per costruzione. Tu vuoi fottere il sistema e, intimamente, dimostrare a tutti che hai ragione tu e nessuno ti può fermare e se farlo è tanto semplice quanto mandare i propri documenti e dei soldi a qualcuno pure meglio: lo dirai a tutti perché tutti devono sapere che tu hai vinto. Tu novax o nogreenpass schiacciato dalle convinzioni costruite sui dubbi derivanti dalle tue fragilità meriti la tua rivincita e ora i documenti e i soldi glieli hai già mandati…basterà aspettare il 6 agosto: ti hanno detto che da quando sarà in vigore il decreto inizieranno a mandare i greenpass funzionanti a tutti, nel mentre magari dillo anche a qualche amico.

Lo immagino – e me lo gusto – il momento in cui arriva il messaggio di questo pifferaio che da alleato contro il sistema si smaschera e si rivela per quello che è: un portatore di giustizia (divina e non di più) che non tiene parti se non la sua. Il messaggio non dice “ecco il greenpass che volevi per dimostrare al mondo che avevi ragione” ma “ecco l’indirizzo per mandarmi questi soldi in bitcoin, altrimenti i tuoi documenti li giro direttamente alla polizia”.

E tu, miserabile novax o nogreenpass che magari non sai neanche da dove iniziare per mandare bitcoin a qualcuno, ora ti trovi dove la vita purtroppo ti ha sempre messo: fra incudine e martello. La tua stupidità ora ti mette davanti allo specchio: non vuoi il green pass perché non vuoi far vedere i documenti a nessuno, ma pur di avere il green pass sei disposto a darli a un pifferaio qualunque su telegram per giunta assieme a dei soldi! Sei stato truffato e come ogni truffato sciocco che si rispetti nessuno deve sapere quel che ti è successo: quindi paghi, per una volta davvero provi a capire qualcosa e paghi, senza alcuna garanzia che il pifferaio ti tiri fuori dal burrone e davvero non divulghi i tuoi dati a qualcuno. Ma magari sei un truffato non sciocco e vai alla polizia e denunci quello che ti è successo: torni, magari in lacrime, dietro la gonna di mamma, le Istituzioni, in cui comunque dirai sempre di non credere ma che ora ti fanno comodo.

Cosa ci insegna questa storia?

Nell’ambito dei reati “informatici” la truffa con estorsione è diventato un fenomeno classico nell’ambito delle informazioni sensibili, direi – ma non ho dati – il più diffuso e redditizio. Questo è dovuto a due fattori sempre vincenti per chi la mette in atto: le informazioni sensibili sono la leva più forte per un’estorsione (documenti personali, ma anche foto compromettenti, conversazioni, etc.) e, paradossale come poche cose, gli utenti meno formati – la maggioranza – forniscono le proprie o altrui informazioni senza porsi domande, siano esse personali, bancarie o di altro tipo. Teniamo sempre presente che in Italia più della metà della popolazione è sotto la soglia dell’analfabetismo funzionale ed è sicuramente maggiore la percentuale di persone con scarsa o nulla formazione informatica o tecnologica: c’è un esercito di persone che pensa di saper “usare internet” e che non diffida mai di quello che appare sullo schermo o delle persone con cui si relaziona.

Moralmente so che questo episodio dovrebbe stimolare la mia pietà verso gente evidentemente meno dotata, ma non riesco proprio. La vivo come un piccolo addendum moderno a Robin Hood, incapace di provare pietà verso chi necessita di dire il contrario del senso comune solo per il gusto di sentire la propria voce, per cui lunga vita a chi ha architettato questa truffa conscio come sempre che il denaro raccolto – fin qui 0.1185 btc, corrispondenti alla in cui scrivo a 9000 dollari – difficilmente se lo intascherà qualcuno.

Piccola nota: ho piegato la bellissima storia del pifferaio magico ad uso e consumo di questo post, spero mi perdonerete